24 09 2012

Primo giorno: i nove edifici

Il workshop Le giornate del riuso temporaneo comincia con una breve introduzione a cura di Giulia Cantaluppi, Andrea Graglia, Isabella Inti con Filippo Ogliani e Caterina Palumbo e una prima lezione “Che cos’è il riuso temporaneo? Strumenti e progetti”, tenuta dalla prof.ssa Isabella Inti agli studenti partecipanti. La lezione descrive e racconta il programma del workshop e i nove edifici (uno per ogni zona di Milano) sui quali i ragazzi svilupperanno dei progetti di riqualificazione e riuso; a seguito della lezione si definiscono i nove gruppi di lavoro, ciascuno dei quali effettua il sopralluogo per visitare l’edificio della zona scelta. Qui di seguito i nove resoconti dei gruppi.

 

 

ZONA 1 - Dazio Piazza V Giornate
Ex sede del Rotary Club collocata in Piazza V Giornate.

Ledificio è articolato su due piani fuori terra e uno interrato. Superato il podio di ingresso si accede al piano terra, un locale a doppia altezza all’interno del quale è stato ricavato un piccolo mezzanino. Al piano interrato, illuminato esclusivamente da aperture a bocca di lupo, sono presenti un bagno e una zona bar. Al primo piano abbiamo trovato, oltre ad un locale vuoto, unarea adibita agli impianti e una porta-finestra dalla quale è possibile accedere a una piccola terrazza che si affaccia sulla piazza stessa.

 

 

ZONA 2 – palazzine ex cucine, Parco Trotter
È una grande e storica area verde recintata tra viale Monza e via Padova. Nel parco vi sono alcuni padiglioni, che nel loro insieme costituiscono una vera e propria “scuola all’aperto”, la Casa del Sole, per la quale il parco rimane chiuso al pubblico fino alle 16.00. Il vecchio tracciato ad anello dell’ex ippodromo, da cui il luogo prende il nome, è ancora visibile e costituisce il percorso principale del parco.

Il parco si presenta accogliente, curato e molto frequentato, soprattutto nell’orario pomeridiano in cui l’abbiamo visitato: gli utenti principali sembrano essere bambini di svariate nazionalità, accompagnati dalle famiglie; non mancano, tuttavia, gruppi di adolescenti e singoli, quest’ultimi, in certi casi, coinvolti nella gestione di alcuni spazi del parco adibiti a varie attività. Una caratteristica del luogo, infatti, ci è parsa essere la presenza di utilizzi spontanei di alcuni spazi del parco: in un’area sono stati realizzati dei curatissimi community garden, mentre nella ex piscina, ora vuota, abbiamo visto dei campi da pallavolo improvvisati con materiali di recupero. Questi episodi lasciano immaginare un terreno fertile per esperimenti di riuso temporaneo che interessino alcuni spazi del parco, al momento non utilizzati o in abbandono: la centrale termica, l’edificio dell’acqua potabile, le cucine, la piscina e il convitto.

 

 

ZONA 3 – Ex studentato Rombon
Ex studentato universitario costruito a fine anni Sessanta di proprietà della Fondazione Cariplo, gestito fino a qualche anno fa dalla Fondazione Vincenziana. Attualmente in stato d’abbandono, a causa delle poche richieste. Può ospitare fino a centocinquanta studenti.

 

 

ZONA 4 – ex Palazzine liberty uffici e residenze
Complesso di sei palazzine in stile Liberty in viale Molise costruite ad usofrutto dei dipendenti del macello. Progressivamente abbandonate, sono state successivamente sede dell’Azienda Sanitaria Locale e di altri uffici. Attualmente sono abitate da piccoli nuclei familiari rimasti, mentre la Palazzina della Borsa è occupata dal movimento collettivo Macao.

Durante il sopralluogo siamo stati guidati da due impiegati della Sogemi, l’ingegner Maronati e da un tecnico elettricista; erano anche presenti la Presidente del Consiglio di Zona 4, il Presidente della Commissione Cultura, un consigliere del Movimento Cinquestelle, un rappresentante del Comitato X Milano di Zona 4 e un rappresentante del colletivo studentesco terna sinistrorsa del Politecnico di Milano. Come ultima tappa abbiamo visitato la realtà di Macao.
È un luogo che ha perso la sua identità a causa dell’interruzione delle attività che avvenivano al suo interno e si presenta come un elemento che non dialoga con l’ambiente urbano circostante. L’integrità architettonica e le dimensioni del complesso testimoniano tutt’ora l’importanza commerciale che aveva il sito come principale punto di smistamento carni milanese.

 

 

ZONA 5 – Mercato comunale Montegani
Mercato Comunale coperto di via Montegani. Costruito nel 1950 con interventi di manutenzione e rifacimento effettuati all’inizio degli anni Ottanta. Continua a svolgere la sua funzione originaria pur soffrendo della concorrenza della grande distribuzione. Il trenta per cento dello spazio dell’edificio è in disuso. Il contesto di riferimento è il quartiere Stadera.

Ledificio presenta una pianta leggermente trapezoidale e unorganizzazione degli spazi tipica da mercato. La struttura è in cemento armato e il tetto presenta una volta centrale, nascosta da una controsoffittatura in lamiera a 4 m dal suolo, sulla quale è posto limpianto di illuminazione al neon. A causa della controsoffittatura la luce è prevalentemente di tipo artificiale, anche se rimangono comunque spiragli di quella naturale proveniente da “buchi” nel soffitto posti in alto. Sono presenti un impianto idraulico ed elettrico, ma non ci sono allacciamenti per il gas, né impianti di condizionamento. Abbiamo registrato due banchi in totale stato di abbandono e tre spazi in disuso con serranda abbassata. La manutenzione del mercato è minima ed è affidata ai singoli commercianti, che si occupano di mantenere pulito solo il loro spazio.
Lo spazio del mercato comunale viene frequentato prevalentemente da italiani (pur in un quartiere con molte nuove famiglie e culture alimentari di altri paesi) ed è sottoutilizzato. Si inserisce in una zona a forte presenza multietnica in un contesto degradato di povertà e marginalità sociale. Tra la gente che fruisce del mercato e gli abitanti del quartieri cè una scarsissima integrazione. Il mercato non offre altre attività oltre alla vendita dei prodotti e gli orari sono davvero limitanti per potenziali attività complementari a quella commerciale.

 

 

ZONA 6 - Piscina Argelati
Il complesso Argelati nasce nel 1961 come prima piscina estiva milanese con annessi bagni pubblici. Si colloca nel centro di Milano, a ridosso della storica zona dei due Navigli, nel distretto culturale detto “Mesopotamia” ed accanto a sedi di Accdemie ed Università quali : NABA; Domus Academy, IULM, Bocconi. I Navigli, assieme alle Colonne di San Lorenzo e a Corso di Porta Ticinese sono uno dei poli del divertimento serale milanese.

Le esigenze di chi vive quest’area sono varie e contrapposte, come illustrato da Gabriele Rabaiotti, il Presidente del Consiglio di Zona 6. Da una parte una “fazione” che mira a una “museificazione” dei Navigli, cercando di allontanare la movida notturna. Dall’altra i giovani che richiedono sempre più spazi per la socialità e la cultura. Inoltre resta sempre centrale la tematica dell’integrazione, essendo questa una zona multietnica. La piscina consta di due vasche per la balneazione, un bar e un solarium sulla copertura. La linea curva è la matrice di tutti gli elementi del progetto, ed investe le vasche, l’ingresso, il bar, i servizi igienici, le docce e gli spogliatoi.
Ad oggi la piscina funziona dai primi giorni di giugno ai primi giorni di settembre, restando inutilizzata per la maggior parte dell’anno, e i bagni pubblici , a doppia altezza, sono caduti in disuso. Il corpo in questi ultimi collocati a sx del’ingresso, si trova in una condizione di forte degrado, dovuto ad un abbandono pluritrentennale.

 

 

ZONA 7 – Lido di Milano
Si trova in Piazzale Lotto 45 ed è facilmente raggiungibile attraverso la linea rossa della metropolitana.

Sul posto abbiamo incontrato un membro della società di gestione MilanoSport che ci ha guidato nella visita. Il primo edificio che abbiamo visitato è la Rotazione, degli anni ’60, il cui piano terra è adibito ad uffici amministrativi di MilanoSport e a quelli della società di basket Armani Jeans. L’edificio possiede uninadeguata distribuzione sia spaziale che funzionale; il numero degli spogliatoi è eccessivo rispetto all’utenza effettiva, e insieme all’enorme area centrale in disuso producono una quantità di spazio che potrebbe essere ridimensionata e sfruttata per fini differenti. Inoltre il fatto che solo parte dell’edificio è attivo in periodo invernale provoca dispersioni termiche e necessità di manutenzione superiori. 

Successivamente ci siamo recati nella cosiddetta Rotonda, anni ’30, l’unico edificio tra quelli visitati che ha un periodo di funzionamento annuale grazie alla Lidoteca- ludoteca, che offre numerose attività di intrattenimento per i bambini. Lo spazio presenta alcune potenzialità ed è dotato anche di un meccanismo di rotazione di una parte della pavimentazione, ora in disuso, e di ampi terrazzi esterni. Allesterno cè una piscina immensa che è attiva soltanto durante il periodo estivo, diventando uno spazio inutilizzato durante la stagione invernale. Nellarea a nord-ovest cè una palazzina anni ’30 di notevole pregio architettonico, ma caduta in totale abbandono, era l’ingresso diretto alla piscina sucessivamente spostato su piazzale Lotto. 

 

 

ZONA 8 - piazzale della Fabbrica del vapore
Nasce quale centro di produzione di cultura giovanile di Milano.

Siamo stati accolti da un funzionario comunale che ci ha raccontato la storia degli ex-edifici industriali per la produzione di tram e il progetto che ha portato alla ristrutturazione e alla definizione del progetto comunale “Fabbrica del vapore”. Lo scopo dell’amministrazione comunale è quello di creare un luogo dove i giovani possano essere sia protagonisti che fruitori delle attività e degli eventi, uno spazio aperto alle nuove proposte in collegamento con le attività più vitali della città e della scena internazionale. Ci è stato spiegato come questi spazi siano stati assegnati tramite bando pubblico ad operatori, associazioni ed aziende per una durata di dieci anni ad affitto calmierato (senza però dirci i prezzi) e come alcuni spazi, tra cui la piazza, lo spazio “cattedrale” e la “sala delle colonne”, siano destinati ad ospitare eventi temporanei in occasioni particolari.
Nonostante sia uno spazio pubblico abbiamo constatato quanto risulti difficile l’accesso e la fruizione ai residenti del quartiere. Per poter partecipare e vivere la Fabbrica del vapore il Comune di Milano richiede una proposta ufficiale che rientri nelle finalità del progetto. Glia assegnatari degli spazi non si son presentati per raccontare la vita interna e quotidiana negli atelier e laboratori, verranno ricontattati per chieder loro le proposte per usi futuri comuni e aperti alla cittadinanza per i grandi spazi della piazza e della cattedrale.

 

 

ZONA 9 – Piscina Scarioni
Piscina gestita da Milano sport, in funzione da giugno a settembre di ogni anno; durante i mesi restanti rimane in disuso. Consta di tre vasche e strutture funzionali allo sport (spogliatoi, rotazione, bagni) e di un edificio di due piani costruito per area bowling, mai utilizzato. C’è un bar, chiuso.

Il nostro sopralluogo ci ha offerto un panorama su una struttura di proprietà pubblica utilizzata molto al di sotto delle proprie possibilità. Chiacchierando con i consiglieri di Zona 9, Gianfranco Tucci e Simona Fregona, oltre che con il responsabile di MilanoSport e Demetrio Crea, vice Presidente di Milano Monkeys (associazione di parkour), abbiamo scoperto che l’impianto soffre di gravi problemi infrastrutturali nonostante una recente ma inefficace ristrutturazione e della difficoltà di gestione in un contesto che è afflitto da grave trascuratezza. L’esistenza di un progetto per la creazione di una palestra per gli sport urbani in sostituzione della già esistente pista da bowling, mai resa operativa, offre tuttavia vari spunti per il riuso temporaneo.

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